venerdì 6 aprile 2012

Il mercato della droga : COCAINA

Il mercato della droga : COCAINA
La maggior parte della coca , la pianta da cui e’ derivata la droga illecita, cresce in Sud-america, dove avviene anche l’intero processo produttivo.
La coca potrebbe crescere anche in altre aree del centro-america come il Messico , ma solo il sud-america offre le condizioni ideali e naturali per una coltivazione sufficiente ad una produzione di massa.
Peru’, Bolivia e Colombia insieme rappresentano il 100% della produzione mondiale.
Chiunque controlli il territorio dove la coca viene raccolta e prodotta controlla anche il mercato mondiale, ma nessuna singola organizzazione criminale sud-americana ha il dominio su tutti questi territori.
Il risultato e’ un mercato di tipo oligopolistico che esclude i cartelli messicani.
I potenti cartelli messicani non avendo controllo sulla produzione sono rilegati al ruolo di principali distributori.

























Nel 2011 il World Drug Report delle nazioni unite ha stimato gli utilizzatori con dipendenza comprovata da coca nel 2010 tra i 14.3 mln – 20 mln di persone.
L’uso della  cocaina e’ in calo negli stati uniti ma in aumento in altre aree come asia , africa ed europa.Il giro d’affari mondiale della coca si aggira sui 70 miliardi di $ (il conto tratto dal report delle nazioni unite si riferisce al prezzo della produzione).
Quello che molti chiamano cocaina e’ tecnicamente chiamata idroclorido di cocaina (HCL).
La cocaina e’ uno dei 14 alcaloidi naturali che derivano dalla pianta di coca di cui nell’emisfero occidentale ne esistono piu’ di 200 specie (fonte Drugs Enforcement Administration).
Ma di queste 200 specie solo 2 contengono un livello di cocaina alcaloide sufficiente per la produzione di HCL.
Una di queste piante cresce tipicamente sul fianco est delle Ande in Bolivia e Peru’.































(Carta di Laura Canali tratta dal Quaderno Speciale di Limes 3/2007 "Brasile, la stella del Sud")

Questa specie , considerata superiore in termini di alcaloide , cresce in un clima umido ad un altitudine tra i 500-1500 metri sul livello del mare.
Mentre la coca e’ generalmente coltivata e raccolta dalle 4-6 volte anno , la coca delle Ande dell’est puo’ essere coltivata e raccolta fino a 8 volte l’anno.
Altre specie adatte ad ottenere l’HCL crescono in climi piu’ caldi ed ad altitudini piu’ basse come quelle della Colombia.
La maggior parte della produzione colombiana avviene nella giungla a basse altitudini.
La coca che cresce in colombia contiene meno alcaloidi e di minor qualita’  rispetto a quella che viene dalle montagne.
Di conseguenza la quantita’ di HCL proveniente dalla giungla colombiana e’ inferiore ma questo puo’ essere dovuto anche al processo di estirpazione del governo colombiano.
(l’estirpazione delle piante mature costringe i produttori a raccogliere piante piu’ giovani con meno alcaloide).
Sempre secondo il World Drug Report delle Nazioni Unite (2011) , Peru’ , Bolivia e Colombia hanno coltivato l’intera produzione di coca mondiale ed eseguito localmente la raffinazione.
La Colombia ha coltivato circa 81.000 ettari (200.000 acri) di coca nel 2008 producendo circa 453 tonnellate metriche di pura cocaina HCL.
(Per pura cocaina HCL il World Drugs Report intende quella che viene acquistata dai distributori per poi essere successivamente tagliata con agenti chimici tipo polvere di talco, farina di granturco, latte in polvere per bimbi, altro).
Il Peru’ ha coltivato 56.100 ettari e ottenuto lo stesso quantitativo di cocaina HCL della Colombia 450 tonnellate metriche mentre la Bolivia ha coltivato 30.500 ettari per una produzione di 113 tonnellate metriche.
Nel report delle nazioni unite manca un aggregato complessivo anche se il range di produzione 2010 si stima essere stato tra le 786 e le 1.054 tonnellate metriche , in linea con il 2005 ( 1.020 t) e il 2007 (1.026 t).
La colombia rimane il primo produttore per quantita’.
Visto che la maggior parte della cocaina Colombiana e’ destinata al mercato statunitense non sorprende come molti siti per la raffinazione si trovino negli Usa.
Ma con l’aumento della domanda da parte di Asia , Africa ed Europa sempre piu’ centri per la raffinazione si stanno attivando sulle rotte per questi continenti , Venezuela e Brasile (sulla via per l’africa e l’europa) e Peru’ , Bolivia (sulla via per l’asia).
Trasformare la coca in HCL e’ un processo relativamente semplice diviso in 3 passaggi.
Una volta raccolte le piante di coca queste vengono trasformate in pasta di coca.
Da qui, la pasta di coca diventa poi cocaina base e infine HCL.
Il processo coinvolge alcuni agenti chimici : benzina, acido solforico, carbonato di sodio, acido cloridrico, potassio permanganate e acetone.
La maggior parte di questi agenti chimici sono facilmente reperibili o sostituibili e questo rende molto difficile la loro regolamentazione da parte delle autorita’.
Cio’ che rende i gruppi criminali sud-americani forti del controllo sulla produzione mondiale non e’ la complessita’ chimica e il grado di conoscenza della lavorazione ma la geografia del territorio.
Le Ande dividono Peru’ e Bolivia separando de facto la popolazione dalle remote regioni dove la coca cresce.
Questa separazione naturale isola le raffinerie dalle autorita’ .
I governi non costruiscono infrastrutture per accedere a queste regioni per gli incredibili costi che avrebbero in relazione alla minima popolazione presente.
Stesso discorso vale anche per la colombia dove la giungla offre un riparo naturale molto difficilmente controllabile per lunghi periodi.
Le guerre nelle giungla sono da sempre guerre strutturate su attachi scova e distruggi (seek and destroy , vedi guerra vietnam) perche’ e’ praticamente impossibile dominare il territorio stabilmente per lunghi periodi.
Da qui la facile nascita di forze insorgenti autonome come le FARC (Fuerza Armada Revolucionaria Colombiana).
Le popolazioni locali sono contadine e le foglie di coca vengono pagate piu’ della altre commodities presenti (es frutta).
Inoltre le popolazione sono indigene e la coltivazione della coca e’ un fatto culturale in queste regioni , basti pensare che se utilizzate per “uso tradizionale” le piante di coca sono legalmente coltivabili in Peru’ e Bolivia.
Per questo i contadini possono far crescere i loro raccolti con poca pressione da parte delle autorita’.

Costi e Ricavi della cocaina.
Un Kg di pura coca viale circa 2.000 $ in Colombia (anche meno in Peru’).
Il prezzo al distributore (es.cartello messicano) passa a 10.000 $.
Una volta arrivato nelle principali citta’ occidentali il prezzo e’ diventato 25.000 $ (qualcosa in piu’ se il trasporto e’ in europa).
Differente discorso e’ l’australia dove, causa la complessita’ dell’importazione, un Kg puo’ costare anche 191.000 $.
Questi prezzi ora devono tenere conto del taglio e la vendita al dettaglio sulla strada.
I prezzi qui variano a seconda delle citta’ e delle aree ma il profitto puo’  arrivare anche a 5-10 volte il costo del Kg in loco.
Es. Kg prodotto in Colombia Costo 2.000$ (1.530€) , valore vendita al dettaglio in una delle principali citta’ europee 100.000 $ (76.500€).

La Cocaina in Italia:
gli utilizzatori di coca si stima siano uno 0,8% della popolazione contro una media europea dello 0,4% (sul podio c’è al 1° posto la Spagna con 1,1% e Regno Unito con 1%).
Prima citta’ per utilizzo europeo,  Milano con 9,1 dosi al giorno ogni mille abitanti.
(seconda Londra con 6,4 dosi ogni mille abitanti).

La Cocaina e’ tra le droghe piu’ devastanti e pericolose per l’uomo.















La forte dipendenza fisica e psichica si aggiungono al permanente danneggiamento del sistema nervoso.
La cocaina stimola il rilascio della dopamina , un neurotrasmettitore endogeno comunemente collegato ad una sensazione di inibizione , benessere e piacere.
Aumentandone lo stimolo ne blocca pero’ il rientro (la ricaptazione) nelle membrane pre-sinaptiche.
Viene causato cosi’ uno squilibrio percettivo nel cervello che porta ad un profondo cambiamento della personalita’ in senso paranoideo: prevale il sospetto, la diffidenza, la sensazione di trovarsi in ambiente ostile fino talvolta al delirio paranoide.
Frequenti sono gli attacchi di panico , uno stato di profonda depressione che puo’ durare anche settimane e allucinazioni visive come le “cocaine bugs” (cimici che corrono sulla pelle) e i “bagliori della neve”.



A presto